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C’ERA UNA VOLTA… LA MIA LINGUA
Con gli studenti di una classe quinta della primaria Romagnoli dell’IC 11 a Bologna, la docente L2 ha realizzato un laboratorio che affronta un tema al quale raramente dedichiamo approfondimenti: quello del pericolo e del rischio.
A partire dalle letture di alcune favole e dall’osservazione di immagini tipiche delle narrazioni e delle fiabe occidentali, i bambini e le bambine del gruppo L2 hanno iniziato a sviluppare un racconto a partire dall’idea di “pericolo”.
Aiza, allieva arrivata solo qualche mese fa dalla Palestina, spontaneamente decide di condividere la sua paura: non avere occasioni per parlare la sua lingua, perdere l’arabo. Nel corso degli incontri Aiza ha costruito oralmente una sua autobiografia linguistica in cui affida alla sorella il ruolo di mediatrice fra la lingua del vecchio mondo e la lingua del nuovo.
Il racconto di Aiza prende forma scritta con l’aiuto della docente L2. Il suo progetto di scrittura, ben presto, cattura l’attenzione delle compagne, di origine bengalese e pakistana. Tutto il gruppo allora realizza un piccola lista di personaggi femminili, mediatrici tra diversi universi linguistici, quello della lingua madre e dell’italiano.
Forse non si tratta soltanto del pericolo di dimenticare la lingua madre, l’arabo così come l’urdu, ma anche del timore del vuoto di parole, nei mesi successivi all’arrivo in cui la competenza in italiano è ancora fragile. Come una seconda pelle che ci avvolge fin dalla prima infanzia, la lingua madre ci fa sentire sicuri e protetti.
Questo percorso è stato realizzato e documentato da Sara Avagliano, docente L2 di Open Group, che ringraziamo. L’attività fa parte del programma LA CITTÀ DELLE LINGUE, con cui il Centro RiESco promuove laboratori, seminari, letture nei servizi per l’infanzia e nelle scuole di Bologna durante tutto il mese di febbraio.
LA DOCUMENTAZIONE DELL’ATTIVITÀ